23 novembre 2007

Le Scie(me)nze della Terra

In un mondo dominato dai giganti (e non mi sto riferendo ai Dinosauri), dove ciò che importa è trovare un posto da sfruttare sino alla morte per poi trovarne un altro per ripetersi, e ripetersi.

In un mondo dove chi ci governa ci propina e ci imbocca le priorità (e non mi sto riferendo alla pubblicità dei gelati) della nostra vita, i problemi, le aspettative, i desideri, e poi ci inducono e ci conducono dove meglio ci possono tenere a bada.

In un mondo dove è meglio non essere mai nati.

In un mondo dove le risorse non bastano per tutti e non bastano per definizione.

In un mondo dove per il 99,99% della sua vita l’uomo non è esistito e forse non era contemplato.

In un mondo dove si crede che Cecchi Paone è uno scienziato e che Emilio Fede non è un cabarettista.

In un mondo dove governano i governi e dove popolano ipopoli, dove i salumieri affettano il salame, dove i fabbri battono il ferro, dove i metalmeccanici stanno in cassa integrazione, dove i giapponesi si tolgono gli occhi a mandorla (le mandorle so pure belle scrocchiarelle), dove i Giornalisti si estinguono, dove le pulci si cambiano nome al partito per cercare di sfuggire al Frontline, dove le zecche si attaccano alle orecchie destre, dove i centri sociali sono più alla moda delle discoteche di Ibiza, dove il cinema è realtà al confronto della tv (tranne “Che tempo che Fa”), dove è consentito costruire una fabbrica su un letto di un fiume e poi con scadenza decennale ritirare il premio dell’assicurazione dopo l’alluvione, dove l’abusivismo è un corso tipo patente europea (tutte le varie fasi e i programmi da utilizzare nel pacchetto “Building”), dove la Terra è un contenitore (cestino) e non un generatore, dove il lavoro ha perso il suo nobilitare, dove gli stati scaricano sulle regioni che a loro volta scaricano sui comuni che a loro volta scaricano sulle frazioni che a loro volta scaricano sui cittadini che a loro volta… scaricano il cesso (era ora, puzzava dopo tutto sto giro!), dove il federalismo ha la stessa funzione degli articoli e delle postille di un contratto di telefonia tipo Telecom e cioè quello di complicare l’erogazione di un servizio e di scoraggiare il cliente cittadino a capire cosa sta succedendo nonostante fosse lui lo sborsatore di soldi.

In un mondo dove bisognerebbe soltanto ascoltare il vento e capire se verrà la pioggia o farà bel tempo.

Solo se noi sapessimo che la soluzione a tutto ciò siamo noi, il mondo esploderebbe.

6 Comments:

Anonimo said...

Ti sei dimenticato di aggiornare l'anno sul calendario siamo nel 2007 (quasi 2008), lo so non è colpa della nostra generazione che se qulcuno ci stacca internet per due secondi volano le madonne e tante altre cose che non basterebbe lo spazio illimitato sul server per parlare di sti argomenti.. era prima lu pnzà!!! .. e può lu ssprà!!

SAVE THE PLANET...PLESE!!!!

RH77 said...

continua ti prego...

ozneR said...

Hanno ragione gli Inuit, dopo la morte esiste solo il paradiso; l'inferno lo viviamo sulla terra...

Anonimo said...

Strange world, people talk and tell only lies

Strange world, people kill an eye for an eye

Strange world, dream one-day we'll see the light

Strange world, believe and everything will be alright

Strange world

Anonimo said...

...but always crashing in the same
car...
che amarezza...
pam ispettrice tombale con fuochi fatui.

Anonimo said...

ribadisco che sto sognando al primo caldo vorrei di planare nel loculo lì in alto, in cambio posso anche mettermi una scopa in culo e ramazzare la stanza e fare grossi timaballoni di riso!
Barbara "Ridarella sguaiata al pc" la pagherai per aver mangiato il pezzo che Marco aveva scordato: se c'era qualcuno che doveva spazzolarlo ero io! Maledetta idrovora, ti odio...