24 dicembre 2007

Buone Feste!


la Casa Orca si augura che tutti voi
passiate delle ottime festività
sotto l'aura di cibo e alcol!

Auguri!

20 dicembre 2007

Capitan Orco - la partenza

La partenza

La piatta distesa è ormai pronta a riflettere le prime luci,
e mentre son io qui a narrar,
la sfera incandescente si alza sopra l'orizzonte.

"Orizzonte, quante volte il fiero Capitano ti oltrepasserà alla ricerca di preziose terre lontane?"

Le ire del Dio dei mari già si son placate,
la notte tormentata lascia spazio al sorgere del nuovo giorno,
ora gli uomini son desti.

Diario del Capitano
27 Novembre

ore 4.40
L'alba è giunta, l'equipaggio si appresta alle operazioni di partenza.
“Forza con quelle casse di rum! I giorni della perdizione arriveranno in men che non si dica!”

Il prelato tarda ad arrivare. Avrà avuto visita notturna di qualche donnaccia!
“Manica di stolti! Affrettatevi è già troppo tardi! Di certo non si può aspettare la benedizione di quel balordo tricheco!”

ore 5.30
Del prete nemmeno l'ombra. La banchina è gremita di gente.
Bisogna affidarsi ai loro conforti.
Gli uomini ordinati sul ponte attendono il varo col timor però di partir spogli della Sacra Parola.

ore 6.00
Si parta senza Benedizione, sarà il cielo comunque a vegliare sulla nostra sorte.

“Levate le ancore! Spiegate le vele! Che il soffio del vento ci assista per la lunga peregrinazione!
E che Dio ci salvaguardi dalle insidie oscure del maligno!”


“Cazzate la randa! Cazzo!”

15 dicembre 2007

Casa Orca vive!

L'orco Acconcia ce l'ha fatta, la Casa Orca ha funzionato!
Giuseppe (presenza 2006 della Casa) ha vinto il concorso della VI edizione “Pubblica con noi”.

Dopo mesi di inattività virtuale tre pezzi pubblicati sul sito della Casa nella sezione Racconti, ora fanno parte insieme ad altri sei, frutto del suo estro, di un libro edito da Fara editore:

Pubblica con noi 2007 – racconti e poesie.

Casa Orca vive!

14 dicembre 2007

Benzina esaurita


Iniziano a spuntare i primi fili d'erba, presto i sampietrini saranno coperti da un fiorito manto erboso.

Tram, autobus e filobus sono frequentatissimi, ancora un po' affollati, ma presto si riuscirà a rispondere a tale improvviso cambiamento.
Seduti si guarda fuori dal finestrino, ragazzini giocano a pallone, la strada è frequentata ormai solo da mezzi a pedale, niente clacson, ma trilli di campanelli.
Una signora accompagna a piedi la sua graziella, uomini e donne a svelte falcate raggiungono l'ufficio, con il volto disteso e sorridente che sembra dire “Finalmente!”.

In realtà le persone in bici girano solo disperate alla ricerca di un benzinaio aperto e quello che sembra un sorriso è in realtà un ghigno impresso sul volto per lo stress dell'assurda situazione.

13 dicembre 2007

Allarme!


"C'è odore di elezioni e l'Armata Rossa della magistratura si rimette in moto."

Arriva direttamente dall'ex premier Silvio Berlusconi, una notizia che ha sconvolto tutta l'Italia: la magistratura sta rapidamente radunando soldati russi che impediscano in qualsiasi modo al Cavaliere di riportare la libertà nel nostro paese, ormai sotto la terribile dittatura Comunista.

I malvagi magistrati stanno infatti raccogliendo prove del tutto fasulle su corruzioni, falsi in bilancio, conflitti di interessi per poterlo incastrare ed esiliarlo in un Gulag nella Val di Susa.

11 dicembre 2007

Capitan Orco - prologo

Prologo

Ora vi narrerò, se la voce non mi vien meno e la memoria mi supporta, le imprese di colui che, vagando sotto le stelle di questo e quell'emisfero, fendette le onde a bordo di superbe navi e alla testa di uomini valorosi affrontò le ire di Poseidone e i capricci di Eolo.
Di mille e più avventure fu l'eroe Capitan Orco che,
esplorando acque ignote e lande inesplorate,
conobbe altre razze di uomini, crudeli battaglie, ricchezze e glorie.

Tale è il suo coraggio e il suo valore che la mia penna a tratti s'arresta:
tanto è la fatica e l'onere di narrar simili gesta.
Perdonatemi quindi di non esser io Omero,
colui che di Ulisse narrò le peregrinazioni,
troverebbe questo compito arduo ed altero.

E se prestate orecchio sentirete ciò che nessun uomo udì mai
e che nessun altro disse.

Diario del Capitano
26 Novembre

ore 15
Oramai la decisione è ferma e irrevocabile.
Domani, giorno 27, le mie navi salperanno.

ore 17
Le immagini di terre lontane, donne nude e mari inesplorati
vorticano senza posa nella mia mente, a tal punto da impedirmi
di soddisfare il bisogno di un equilibrato raziocinio.

Osservo il mare.
“Sarai mio alleato? O implacabile ricorderai a noi uomini
la nostra inutile essenza sotto la tua potenza immortale?”


ore 21
L'ultima cena sulla terraferma è pronta.
La ciurma è riunita attorno al desco.

Silenzio.
Tensione forse, negli occhi e nei mormorii sommessi dell'equipaggio.

Ma devo mostrarmi forte.

“Orsù! Si brindi con rum e si festeggi con sgualdrine!
La notte che precede l'inizio della grande impresa resti a lungo
nei ricordi, a confortare il cuore!”

08 dicembre 2007

Bugie oscure peste bubbonica festa mia

Ho spedito una cartolina che oggi è arrivata con queste parole:
bugie oscure peste bubbonica festa mia.

La rivelazione ai nativi americani di Henri Michaux
non fu opera di missionari.
L’onda con forza spropositata
travolge, sbatte sul fondo, gira e rigira,
abbandona le mani alle bolle,
e ricorda: la liberazione
è solo attraverso la peste bubbonica.
Del digiuno prolungato
di cui solo la pianta senza acqua afferra
il significato. Tu hai mai avuto fame?
No, dico, veramente fame?
E allora perdere la necessità quotidiana di svegliarsi
col pensiero di trovare cibo
ha o non ha affrancato l’uomo?
Che può passare le sue giornate
in reti finte, efficaci a mantenere
viva la sua volontà, senza pensare
mai alla ricerca del cibo.
Chi resta con l’istinto di
ricerca dove c’è tanta
roba non può che essere obeso?
Ho imparato da te Michaux
a entrare nei pavimenti, a girare
la testa nelle proboscidi
di elefante e a capire le righe
di Lao Tzu. Non penso tu sia oscuro
ma io vorrei essere più chiaro.
Dei volti che vedo nei pensieri logici,
tutti ragazzi e padre e madre
accorsi per la festa mia
dopo la lettura al portico
della piazza, prima circondata dal mercato.
Quegli uomini e quelle donne
sono attraversati da un colore strano,
parlano in modo strano,
guardano e raccontano bugie:
le bugie della poesia,
le bugie dell’amico,
le bugie del viaggio.

Ballavamo uno dentro l’altro
in uno spazio strettissimo
muovendo i piedi e colpendo
la terra fino alle viscere
entrando dentro e saltando
fuori come lanciati missili
verso lo spazio,
le mani si univano
in una stretta unica
polposa di latte di
bufala tutto il giorno accasciata
nella palude in cui sguazzano
i miei fratelli bugiardi
in attesa della carestia purificatrice,
forse un’eruzione.

Si dorme meglio se
solo appoggiati, asciutti e lavati.

(Giuseppe Acconcia)

06 dicembre 2007

a Santa Compaña

Galizia: terra di suggestioni celtiche, zona di confine che si apre all'abbraccio dell'Atlantico.
Tra i suoi boschi antichi e le sue nebbie, presso i laghi e lungo i sentieri prende forma ogni genere di creatura fantastica. Folletti, streghe, animali mitologici, apparizioni foriere di presagi, ninfe e anime in pena affollano il catalogo delle creature mitiche galeghe...

Una delle leggende popolari più diffuse è sicuramente quella di origine pre-cristiana riguardante la Santa Compaña o Processione delle anime.
Chiamata con i nomi più svariati a seconda delle zone -Santa Compaña, Hoste, Estandiga, Antaruxada, As da noite- la Santa Compaña, che tutto è fuorché santa a dispetto della fortuna letteraria del termine, è tradizionalmente descritta come una processione di morti o anime in pena, che percorre i sentieri di una determinata contrada o “Parroquia”(unità amministrativa oltre che religiosa).

Secondo la leggenda i defunti di ogni Parrocchia rispondono alla chiamata del morto sepolto da più tempo, si ergono dalla tomba e dopo essersi appropriati in chiesa di ciò di cui hanno bisogno, iniziano la loro abituale peregrinazione notturna, scalzi e ricoperti di un sudario bianco.
Questa lugubre comitiva, annunciata dall'odore dei ceri e da un forte vento che si leva al suo passaggio, ha come scopo quello di visitare le case in cui presto ci sarà un lutto.

Fatto straordinario è che alla testa della processione si trova un vivente, che può essere uomo o donna, a seconda che il patrono della parrocchia sia di sesso maschile o femminile.
Questi porta in mano una croce e un paiolo di acqua benedetta e guida la compagnia di cui è schiavo e da cui riceve ordini taciti, che esegue come mosso da un impulso incontrollabile.

E' costretto a non guardarsi mai indietro e non può rivelare a nessuno, pena la morte, la terribile condizione in cui si trova. Si dice che i portatori della croce si riconoscano da alcuni segni distintivi: di giorno trascurano il lavoro e ogni altra attività, dimagriscono continuamente, diventano pallidi, deboli e tristi e non tardano a morire.

L'unico modo che hanno di liberarsi di questo fardello è di passare la croce a un altro vivente, per questo la Santa Compaña rappresenta sempre un pericolo per chi la vede da vicino o ne incrocia il cammino. Esistono vari modi per evitare di prendere la croce: stendersi a terra con la bocca rivolta a terra e fingersi morto; tracciare un cerchio con una croce all'interno e rimanervi finché la processione non sia passata; occupare entrambe le mani con sassi o pezzi di legno e cosi via.

Il modo più sicuro di vederla è spiarla da lontano; non tutte le persone tuttavia possono vederla, perché non tutti ne hanno la capacità: può accadere che di due persone che vanno insieme, una riesca a vederla e l'altra no; in questo caso chi ha la “vista”, può permettere all'altro di vedere la Santa Compaña pestandogli un piede, meglio se il sinistro.
Processioni simili si ritrovano in Galles, Irlanda, Scozia, Bretagna, Baviera e Svizzera.

Daria Sovinar